Foggia – 20 Novembre Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia.

La Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza che ricorre oggi offre l’occasione per ricordare l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, che recita “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione”. E sempre oggi è la ricorrenza della  Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, e il Comune di Foggia –che ha aderito Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere)- è in prima linea nel contrasto a discriminazioni e violenze subite da persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate permette di sensibilizzare la comunità ed alzare l’asticella dell’attenzione sui fenomeni del bullismo e della violenza subiti in particolare dagli adolescenti, a causa della loro identità di genere, nelle scuole e in ogni ambito della socialità.

“I dati del Report Trans di quest’anno sono allarmanti: 350 persone trans uccise nel mondo, persone a cui è stato negato il diritto fondamentale di vivere la propria identità in libertà e sicurezza. Questi numeri ci impongono di riflettere sul nostro ruolo come istituzioni e cittadini, per costruire una società più inclusiva e rispettosa delle differenze” spiega Mario Cagiano, consigliere comunale con delega alle Pari Opportunità, che ribadisce il proprio impegno nel promuovere politiche che non si limitino a combattere la discriminazione, ma che offrano anche un supporto concreto a chi vive ai margini a causa di pregiudizi e stereotipi. “Credo fermamente che le differenze siano una ricchezza e che il rispetto debba essere il valore fondante di ogni comunità. Spetta a noi, come rappresentanti delle istituzioni, non solo condannare ogni forma di violenza, ma anche lavorare per creare spazi di confronto, promuovere l’inclusione e sostenere iniziative che facciano dell’uguaglianza un valore riconosciuto, cosa che spesso non è scontata” sottolinea. “Il mio invito, a tutte e tutti, è di lavorare insieme per abbattere le barriere dell’odio, affinché nessuno debba mai più vivere nella paura o nel silenzio. Foggia può e deve essere una città in cui ogni persona si senta accolta, rispettata e libera di essere sé stessa”, la conclusione di Cagiano.

Per la doppia celebrazione, la Fontana del Sele verrà colorata con una luce blu (per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), mentre la facciata di Palazzo di Città con i colori rosa, celeste e bianco.

Crema – Il Comune aderisce all’iniziativa nazionale approvata in occasione dell’Incontro Annuale Re.A.dy a Pesaro nei giorni 24 e 25 ottobre. 

Il Comune di Crema, partner della Rete RE.A.DY dal 2013, aderisce all’iniziativa nazionale approvata in occasione dell’Incontro Annuale tenutosi a Pesaro nei giorni 24 e 25 dell’ottobre scorso e, in corrispondenza della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si celebra il 20 novembre, diffonde il seguente comunicato:

“Nella Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, noi enti della Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), ricordiamo che l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, prevede quanto segue: “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Per rendere effettivo questo impegno, chiediamo al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nati da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre.

Vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nati e cresciuti da coppie di persone eterosessuali.

La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l’assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell’Unione Europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.

Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante  la manifestazione “Le Città per i Diritti” a Torino, alla quale hanno partecipato Amministratori e Amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiesto anche dalla Corte Costituzionale, per consentire ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità. Sui Sindaci e sulle Sindache si concentrano infatti sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche, sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana.”

L’assessora alle Pari opportunità del Comune di Crema, Emanuela Nichetti ricorda che “l’Italia è uno dei pochi Paesi Europei a non avere una legge che tuteli adeguatamente i figli e le figlie delle coppie omogenitoriali. Le famiglie omogenitoriali però esistono: è un dato di realtà.” Aggiunge inoltre che “nel nostro ordinamento viene riconosciuta solo la responsabilità del genitore biologico e non quella del genitore elettivo. Per poter garantire i diritti ai figli e alle figlie delle coppie omogenitoriali l’unica soluzione, alla luce del vuoto normativo, è l’adozione in casi particolari. Questa possibilità però richiede una procedura giudiziaria, con costi significativi e tempi di attesa molto lunghi: portare a termine l’adozione, infatti, può richiedere mesi o anni. In questo periodo il bambino ha giuridicamente un solo genitore e il genitore intenzionale non può prendere decisioni per il minore in molti ambiti della vita quotidiana. Per ovviare a questi limiti, la soluzione migliore sarebbe un riconoscimento immediato alla nascita, come già chiesto da più di 300 Amministrazioni di tutti gli orientamenti politici durante l’incontro “Le Città per i Diritti” del 12 maggio 2023 a Torino. Solo così si potrebbe porre rimedio alla mancanza di tutele e diritti per i figli delle famiglie omogenitoriali e mettere fine ad una situazione che di fatto è discriminatoria. Anche la Corte Costituzionale ha già più volte richiamato il Parlamento a colmare questo vuoto legislativo. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che tutti i bambini sono persone, titolari di diritti inviolabili, tra cui il diritto alla relazione con entrambi i genitori. E’ necessario dunque, ed è un atto di civiltà, che il Legislatore metta al centro il loro preminente interesse.”

Bergamo – Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: 20 novembre.

Il 20 novembre, Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, noi enti della rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), ricordiamo che l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, prevede che “Gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Per rendere effettivo questo impegno, chiediamo al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nat3 da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie.

Vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nat3 e cresciut3 da coppie di persone eterosessuali.
La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l’assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell’Unione europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.

Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante  la manifestazione Le città per i diritti a Torino, alla quale parteciparono Amministratori e Amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale, che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità; sui Sindaci e sulle Sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e figlie delle coppie omogenitoriali sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana.

Il 20 novembre ricorre anche la giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che come ogni anno vede molti Enti partner della Rete impegnati ad organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale.

Parma – Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Il Comune di Parma insieme a Re.a.dy, la rete nazionale delle PA che opera per il superamento delle discriminazioni legate a orientamento sessuale e identità di genere, per sostenere il diritto di tutte le bambine e tutti i bambini ad avere una famiglia.

Anche il Comune di Parma sostiene il diritto di tutte le bambine e tutti i bambini ad avere una famiglia insieme a Re.a.dy, la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni legate a orientamento sessuale e identità di genere.

Oggi, 20 novembre, è la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e gli enti della Rete Re.a.dy, ricordano che l’articolo 2 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata dallo Stato italiano nel 1991, prevede che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione”.

Per rendere effettivo questo impegno, la richiesta al legislatore è di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nati da una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie. L’obiettivo è di continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, ai quali non sono riconosciuti i medesimi diritti.

La vita famigliare delle persone LGBTQIA+ non risulta ancora compiutamente tutelata nell’assetto normativo italiano, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell’Unione europea e discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.

Come già ribadito a Torino il 12 maggio 2023 durante la manifestazione “Le Città per i Diritti”, alla quale hanno partecipato amministratori e amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e alle figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità, azione più volte richiamata anche dalla Corte Costituzionale.

Oggi, mercoledì 20 novembre, ricorre anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che come ogni anno vede molti enti partner della Rete Ready impegnati a organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere.

Trento – Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Anche il Comune di Trento sostiene il diritto di tutte le bambine e tutti i bambini ad avere una famiglia insieme a Re.a.dy, la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni legate a orientamento sessuale e identità di genere.

In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra mercoledì 20 novembre, gli enti della Rete Re.a.dy, a cui dal 2013 aderisce anche il Comune, ricordano che l’articolo 2 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata dallo Stato italiano nel 1991, prevede che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione”.

Per rendere effettivo questo impegno, la richiesta al legislatore è di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nati da una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie. L’obiettivo è di continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, ai quali non sono riconosciuti i medesimi diritti.
La vita famigliare delle persone LGBTQIA+ non risulta ancora compiutamente tutelata nell’assetto normativo italiano, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell’Unione europea e discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.

Come già ribadito a Torino il 12 maggio 2023 durante la manifestazione “Le Città per i Diritti”, alla quale hanno partecipato amministratori e amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e alle figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità, azione più volte richiamata anche dalla Corte Costituzionale.

Mercoledì 20 novembre ricorre anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che come ogni anno vede molti enti partner della Rete Ready impegnati a organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie.

La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere.

Cremona – Tutela dei diritti di tutte le famiglie, anche quelle omogenitoriali.

La Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni impegnate per il superamento delle discriminazioni relative all’orientamento sessuale e all’identità di genere), alla quale il Comune di Cremona aderisce dal 2009, ha approvato, in occasione dei lavori dell’Incontro Annuale del 24 e 25 ottobre scorso, un documento (in allegato) che ribadisce la necessità di assicurare a figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento della doppia genitorialità.

E’ stato altresì chiesto agli enti partner della Rete di divulgare questa comunicazione in occasione della Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre.

Il Comune di Cremona, condividendo il contenuto del testo, aderisce all’iniziativa nella convinzione che vadano tutelati i diritti di tutte le famiglie, anche quelle omogenitoriali, e con l’auspicio che il nostro Paese possa colmare la distanza che, in tema di diritti civili, lo separa dagli altri Paesi fondatori dell’Unione Europea”, dichiara l’assessora alle Politiche Sociali e Fragilità Marina Della Giovanna.

Allegati: 

application/pdfDocumento della Rete Re.a.dy per la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – 66.02 KB

Vicenza al fianco della Rete contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.

Assessora Sala: «Rilanciamo l’appello di Re.a.dy nella Giornata internazionale dei diritti di infanzia e adolescenza e in quella in ricordo delle vittime di transfobia»

Il 20 novembre ricorre la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’amministrazione rilancia l’appello promosso in occasione di questa giornata da Re.a.dy, la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, a cui aderisce anche il Comune di Vicenza.

«Re.a.dy vuole tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambini delle famiglie omogenitoriali nel nostro Paese – spiega la vicesindaca con delega alle pari opportunità Isabella Sala -. Re.a.dy infatti ricorda che l’articolo 2 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata dall’Italia nel 1991, prevede che gli Stati adottino “tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Per rendere effettivo questo impegno, si chiede quindi al legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nati da una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre».

Il 20 novembre ricorre inoltre la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia. Nel suo appello Re.a.dy sottolinea anche la necessità di favorire iniziative di sensibilizzazione per contrastare i fenomeni di discriminazione e violenza legati all’identità di genere.

Padova – 20 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dalla Rete Re.a.dy la richiesta di intervento per garantire diritti ai bambini e alle bambine delle famiglie omogenitoriali.

Il 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e gli enti della Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), tra cui il Comune di Padova, colgono l’occasione per ricordare che l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, prevede che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Per rendere effettivo questo impegno, chiedono al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nate da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie.

L’obiettivo è continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nate e cresciute da coppie di persone eterosessuali.

La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l’assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell’Unione europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.

Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante la manifestazione “Le Città per i Diritti” a Torino, alla quale parteciparono Amministratori e Amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale, che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento alla nascita della doppia genitorialità; sui Sindaci e sulle Sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nella compilazione dell’atto di nascita di figli e figlie delle coppie omogenitoriali, sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana.

Il 20 novembre ricorre anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che come ogni anno vede molti enti partner della Rete impegnati ad organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale.

L’assessora ai diritti umani e allo stato civile del Comune di Padova, Francesca Benciolini, sottolinea: “Le famiglie omoaffettive sono parte della nostra comunità, i loro figli e figlie sono nostri concittadini e concittadine ed è quindi per noi ovvio che i loro diritti e la loro tutela siano per noi di primaria importanza. E’ la Costituzione stessa a ricordarci che è nostro compito rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e in questo momento siamo in attesa, insieme a tante famiglie, che la Corte Costituzionale si pronunci proprio su questa materia. Nel frattempo il nostro Comune continuerà a mettere in campo tutte le azioni possibili perché “il maggiore interesse dei minori” sia sempre tutelato e il benessere loro e delle loro famiglie, come quello di ogni persona del nostro territorio, sia garantito”.

La consigliera comunale Etta Andreella aggiunge: “Se intendiamo parlare oggi dei diritti delle bambine e dei bambini delle coppie omogenitoriali dobbiamo partire dalle parole chiave: riconoscimento e identità, ma anche rispetto, inclusione, conoscenza, consapevolezza, autodeterminazione. Inoltre se parliamo di diritti dobbiamo riconoscere che ci sono persone in Italia che non vi accedono e, conseguentemente, dobbiamo essere molto chiari nel dichiarare che se i diritti non sono di tutte e di tutti non sono diritti ma privilegi. Se vogliamo che i diritti dei bambini e delle bambine della coppie omogenitoriali vengano riconosciuti, non come un’elargizione ma come un dato di fatto in un Paese che si dice democratico, dobbiamo chiedere a gran voce al Parlamento e al Governo di questo Paese di esprimersi per garantire tali diritti e di riconoscere uguale dignità a tutte le famiglie”.

Bolzano – 20 novembre: Diritti dell’infanzia e vittime di transfobia, un richiamo alla responsabilità collettiva.

In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e della Giornata in ricordo delle vittime di transfobia, la Consigliera di parità Brigitte Hofer rilancia un accorato appello attraverso un comunicato stampa diffuso dalla rete Re.a.dy, di cui è membro attivo.

I diritti umani sono i diritti di ogni essere umano, senza eccezioni”, dichiara Hofer, sottolineando la necessità di un sistema legislativo inclusivo e di un impegno condiviso per abbattere ogni forma di discriminazione.

Diritti dell’infanzia e famiglie omogenitoriali

La Rete Re.a.dy, che riunisce pubbliche amministrazioni impegnate nella lotta contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, pone al centro dell’attenzione le disparità che colpiscono bambini e bambine cresciuti in famiglie omogenitoriali.

Richiamandosi all’articolo 2 della Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata dall’Italia nel 1991, il comunicato sottolinea come sia urgente un intervento legislativo che riconosca pienamente il diritto alla doppia genitorialità. La mancata tutela di queste famiglie crea discriminazioni che si riflettono direttamente sui più piccoli, i cui diritti risultano non pienamente garantiti.

La vita familiare delle persone LGBT+ in Italia non è ancora adeguatamente protetta, generando una dolorosa disparità rispetto ad altri Paesi europei,” evidenzia il documento. L’incertezza normativa che grava sui sindaci italiani, chiamati a decidere se riconoscere o meno i figli delle coppie omogenitoriali, alimenta tensioni sociali e umane, ormai insostenibili.

In ricordo delle vittime di transfobia

La Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia offre un’ulteriore occasione di riflessione. In tutta Italia, numerosi enti della Rete organizzano eventi di sensibilizzazione contro la violenza e le discriminazioni che colpiscono persone transgender e non binarie.

La coincidenza delle due ricorrenze sottolinea l’importanza di agire in modo deciso anche per proteggere adolescenti e giovani da episodi di bullismo e violenza legati alla loro identità di genere, soprattutto nei contesti scolastici.

Nessun bambino o bambina, nessun giovane, dovrebbe sentirsi escluso o insicuro nel nostro Paese,” conclude la Consigliera Hofer. L’appello è chiaro: un futuro senza discriminazioni è possibile solo con leggi inclusive e una responsabilità condivisa da parte di tutte le istituzioni.

Provincia Autonoma di Bolzano – Rete Re.a.dy, riconoscere il diritto dei bambini di tutte le famiglie.

Nella Giornata dei diritti dell’infanzia la rete Re.a.dy ricorda che il diritto dei bambini a una famiglia è fondamentale anche per i bambini nati da relazioni non eterosessuali.

La Provincia di Bolzano fa parte della rete Re.a.dy dal 2019. Le amministrazioni pubbliche si sono impegnate ad agire contro la discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere. La rete conta circa 300 partner in tutto il territorio nazionale. In Alto Adige i membri della rete sono attualmente 27, tra cui la Provincia autonoma di Bolzano, numerosi Comuni, alcune Comunità comprensoriali e la Consigliera di parità.

In occasione della Giornata dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il 20 novembre, gli enti della rete hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui chiedono al legislatore di consentire anche ai bambini nati da una relazione non eterosessuale il riconoscimento della loro famiglia. Inoltre, sottolineano la disparità di trattamento dei figli di genitori dello stesso sesso, in quanto la vita familiare non è ancora compiutamente tutelata. In particolare, la rete chiede il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità. E, prende posizione contro tutte le discriminazioni e le violenze che le persone transgender e non binarie devono affrontare nella vita quotidiana.

Il testo completo della dichiarazione. Oggi, “Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”, noi enti della Rete Re.a.dy (Rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni che opera per il superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere), ricordiamo che l’art. 2 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, ratificata dallo Stato Italiano nel 1991, prevede che “gli Stati parti adottano tutti i provvedimenti appropriati affinché il fanciullo sia effettivamente tutelato contro ogni forma di discriminazione…”. Per rendere effettivo questo impegno, chiediamo al Legislatore di intervenire per consentire anche ai bambini e alle bambine nat3 da un progetto familiare di una coppia non eterosessuale di vedere riconosciuta la loro famiglia al pari delle altre famiglie.

Vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione sulla disparità di trattamento che subiscono i bambini e le bambine delle famiglie omogenitoriali, che nel nostro Paese non hanno gli stessi diritti di figli e figlie nat3 e cresciut3 da coppie di persone eterosessuali.

La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, entro l’assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente tutelata, generando disparità di trattamento nel quadro degli Stati dell’Unione europea e di fatto discriminando in primis bambini e bambine, che non vedono riconosciuto il loro diritto ad avere due genitori.

Come già ribadito il 12 maggio 2023, durante  la manifestazione “Le Città per i Diritti” a Torino, alla quale parteciparono Amministratori e Amministratrici da tutta Italia, non è più procrastinabile un intervento legislativo, più volte richiamato anche dalla Corte Costituzionale, che consenta ai Comuni di assicurare ai figli e figlie delle coppie omogenitoriali piena tutela attraverso il riconoscimento anagrafico della doppia genitorialità; sui Sindaci e sulle Sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e figlie delle coppie omogenitoriali sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale ed umana.

Oggi, 20 novembre, ricorre anche la Giornata internazionale in ricordo delle vittime di transfobia, che, come ogni anno, vede molti Enti partner della Rete impegnati ad organizzare iniziative di sensibilizzazione per contrastare i frequenti episodi di discriminazione e violenza che subiscono le persone transgender e non binarie. La coincidenza delle due giornate consente pertanto di evidenziare la necessità che tutte le istituzioni agiscano affinché le persone adolescenti non debbano più subire bullismo e violenze a causa della loro identità di genere nelle scuole e in ogni ambito della vita sociale.