Cori – Rete READY, Comune di Cori a Torino per “Le Città dei Diritti”

“Le città per i diritti” è stato l’evento organizzato dalla città di Torino per chiedere al Parlamento di modificare le norme che sono superate dall’evoluzione e dalla sensibilità sociale sul riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali e per chiedere il matrimonio egualitario.

La giornata del 12 maggio al teatro Carignano di Torino ha ospitato centinaia di sindaci provenienti da tutta Italia tra i quali il sindaco di Roma Gualtieri, di Firenze Nardella, quello di Milano Sala, di Bologna Lepore, di Torino Lo Russo, di Napoli Manfredi, De Caro sindaco di Bari e presidente ANCI, oltre a rappresentanti delle associazioni e personalità del mondo dello spettacolo, tutti insieme per dire che sui sindaci e sulle sindache si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e di figlie di coppie omogenitoriali, sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo.

Una situazione di incertezza che genera conflitti dolorosi e tensione sociale e umana. Per il Comune di Cori era presente il delegato alla Cultura e alla Partecipazione Michele Todini.

“L’incontro delle città italiane a Torino – sostiene il sindaco Mauro De Lillis – ci indica la necessità di agire e la direzione nella quale procedere, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine. Non spetta a sindaci e sindache indicare specifiche proposte di legge, ma evidenziare l’urgenza di dare risposte ai Comuni e alle persone”.

“Per questo occorre fermare l’indefinitezza della norma e la mancata assunzione di responsabilità – sostiene il delegato Michele Todini – I principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona devono guidare il Legislatore verso alcuni passi che appaiono ormai non più rinviabili”.

13 maggio 2023

Torino – Le Città per i Diritti

Venerdì 12 maggio 2023. Assemblea di sindache, sindaci, amministratrici e amministratori locali.
Teatro Carignano di Torino, ore 10:30, diretta streaming su www.lastampa.it.

Contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, per i diritti di tutte le famiglie.

L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta.
La vita famigliare delle persone LGBTQ+ risulta, entro l’assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro degli stati dell’Unione europea.

Sui sindaci e sulle sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e figlie delle coppie omogenitoriali sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale e umana.

Occorre porre fine all’indefinitezza e alla mancata assunzione di responsabilità. Le Città italiane si uniscono, al di là dell’orientamento politico delle loro amministrazioni, per chiedere al Parlamento di modificare le norme che appaiono ormai superate dall’evoluzione della sensibilità sociale. I principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona devono guidare il Legislatore verso alcuni passi che appaiono ormai non più rinviabili quali:

  • una norma che consenta il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali;
  • il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni così come previsto per le coppie eterosessuali;

L’incontro delle Città italiane il 12 maggio a Torino vuole indicare la necessità di agire e la direzione nella quale procedere, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle cittadine. Non spetta a sindaci e sindache indicare specifiche proposte di legge, ma evidenziare l’urgenza di dare risposte ai Comuni e alle persone. Abbiamo fiducia che l’interesse pubblico possa prevalere e che il nostro Paese possa finalmente colmare la distanza che, in tema di diritti civili, lo separa dai Paesi fondatori dell’UE.
Le CITTÀ PER I DIRITTI si incontrano per dare voce e forza a questa prospettiva.